
Dal 21 dicembre si potrà ammirare, all’interno della Chiesa di San Carlo Borromeo a Capriglia, il presepe movente di Gino Ceragioli, restaurato dai paesani
Cortecce di piante e cassette della frutta, bastoncini e compensato, personaggi di presepe e pupazzetti in plastica, pezzi di stoffa e reti da pollaio: sono materiali poveri e di recupero quelli che Gino Ceragioli utilizzò, tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, per creare a Capriglia il suo presepe movente.
Con quegli oggetti riciclati creò case, castelli e fontane, illuminate da piccole lampadine. Falegnami, fabbri e mugnai si piegavano, tiravano, spingevano, mossi da piccoli motori di elettrodomestici, condensatori e cinghie raccolte chissà dove.
In tutto il presepe affioravano poi pietre, ma non sassi qualsiasi, ma pietre di Sant’Anna di Stazzema, che davano alla creazione un grande valore simbolico, e non solo per chi, come Ceragioli, è superstite della strage dell’agosto 1944.
Nonostante la passione, e la genialità del suo autore, il bel presepe era caduto in disuso.
Ma oggi, grazie alla caparbietà di tre paesani, Gabriele Baldi, Alberto Genovesi e Luca Mari, è pronto a rinascere. Il loro lavoro di restauro è durato tre anni. Un lavoro certosino che ha riutilizzato gli stessi materiali impiegati da Gino, per ripristinare il presepe in ogni sua parte, sostituendone le parti bruciate e ravvivandone i colori.
Il presepe si trova all’interno della Chiesa di San Carlo Borromeo a Capriglia e sarà aperto al pubblico a partire da sabato 21 dicembre, dalle 15 alle 17. Alla domenica e nei giorni di festa potrà essere visitato anche alla mattina, dalle 9 alle 10,30.